Eccoci arrivati al terzo e ultimo articolo della rubrica sulla neve artificiale (per gli altri articoli clicca qui)! In questo post analizzeremo al dettaglio i lati positivi e i lati negativi degli impianti di innevamento programmato rispetto alla neve naturale.
E' infatti in corso tra le aziende di impianti, i turisti, gli abitanti del luogo e gli ambientalisti un'accesa discussione sull'effettiva utilità dell'innevamento artificiale: infatti molti affermano che i lati negativi siano più dei lati positivi, che la neve artificiale sia peggiore per gli sciatori e dannosa per l'ambiente.
Economicamente parlando la neve artificiale costa sicuramente tanto, ma spesso aiuta (se non è addirittura fondamentale in alcune stagioni secche) ad aprire impianti e piste, e quindi a far accorrere la gente che, pagando lo skipass, risana il bilancio del comprensorio fa rientrare i costi di innevamento.
Ambientalmente la neve programmata è dannosa non tanto direttamente per la flora e la fauna del luogo, perché questo tipo di intervento viene fatto in luoghi già toccati dalla mano dell'uomo come piste e snowpark, ma per i bacini idrici artificiale che contengono l'acqua necessaria a crearla: infatti ai comprensori non conviene economicamente prelevare l'acqua dai torrenti vallivi mediante pompe apposite, per cui si decide spesso di creare un bacino di raccolta a monte, che però oltre ad avere un notevole impatto paesaggistico tende ad impoverire temporaneamente (infatti l'acqua verrà "restituita" in primavera) il territorio di acqua, creando dei problemi temporanei.
E, sciisticamente parlando, com'è la neve artificiale rispetto alla neve naturale? Essendo distribuita in fiocchi molto più piccoli, la neve programmata tende a compattarsi maggiormente e a cristallizzare, spesso creando ghiaccio, che ai più risulta più che fastidioso. E' però anche vero che ormai è difficile, anche in stagioni particolarmente nevose, sciare su piste innevate solamente mediante neve naturale, perché i comprensori tendono comunque ad "assicurarsi" la stagione (in vista di ipotetici periodi caldi e secchi) e a creare una sorta di neve "mista", che risulta più compatta e resistente al caldo di quella naturale e più economica di quella artificiale.
In conclusione direi che la neve programmata, pur avendo alcuni difetti, spesso salva le economie di molte valli, che altrimenti vedrebbero la loro "rovina" nella (quasi) unica stagione che porta ricchezza al luogo.
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Buone sciate!
E' infatti in corso tra le aziende di impianti, i turisti, gli abitanti del luogo e gli ambientalisti un'accesa discussione sull'effettiva utilità dell'innevamento artificiale: infatti molti affermano che i lati negativi siano più dei lati positivi, che la neve artificiale sia peggiore per gli sciatori e dannosa per l'ambiente.
Economicamente parlando la neve artificiale costa sicuramente tanto, ma spesso aiuta (se non è addirittura fondamentale in alcune stagioni secche) ad aprire impianti e piste, e quindi a far accorrere la gente che, pagando lo skipass, risana il bilancio del comprensorio fa rientrare i costi di innevamento.
Ambientalmente la neve programmata è dannosa non tanto direttamente per la flora e la fauna del luogo, perché questo tipo di intervento viene fatto in luoghi già toccati dalla mano dell'uomo come piste e snowpark, ma per i bacini idrici artificiale che contengono l'acqua necessaria a crearla: infatti ai comprensori non conviene economicamente prelevare l'acqua dai torrenti vallivi mediante pompe apposite, per cui si decide spesso di creare un bacino di raccolta a monte, che però oltre ad avere un notevole impatto paesaggistico tende ad impoverire temporaneamente (infatti l'acqua verrà "restituita" in primavera) il territorio di acqua, creando dei problemi temporanei.
E, sciisticamente parlando, com'è la neve artificiale rispetto alla neve naturale? Essendo distribuita in fiocchi molto più piccoli, la neve programmata tende a compattarsi maggiormente e a cristallizzare, spesso creando ghiaccio, che ai più risulta più che fastidioso. E' però anche vero che ormai è difficile, anche in stagioni particolarmente nevose, sciare su piste innevate solamente mediante neve naturale, perché i comprensori tendono comunque ad "assicurarsi" la stagione (in vista di ipotetici periodi caldi e secchi) e a creare una sorta di neve "mista", che risulta più compatta e resistente al caldo di quella naturale e più economica di quella artificiale.
In conclusione direi che la neve programmata, pur avendo alcuni difetti, spesso salva le economie di molte valli, che altrimenti vedrebbero la loro "rovina" nella (quasi) unica stagione che porta ricchezza al luogo.
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Neve artificiale #3: pregi e difetti rispetto alla neve naturale
Reviewed by Leonardo Trentini
on
19:29
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